lunedì 7 giugno 2010

oltre le colonne di Ercole



il punto di partenza appena a valle del ponte tra Oleggio e Lonate Pozzolo; sulla riva sinistra  (dove ci sono le case) si vede la presa d'acqua del Naviglio Grande



pronti per la partenza





lo sbarramento con relativa presa d'acqua del canale Langosco
superato con un trasbordo (a piedi sulla riva trasportando la canoa)


al ponte tra Galliate e Turbigo



al ponte tra Galliate e Turbigo



a valle del ponte tra Trecate e Magenta sulla sponda piemontese,
secondo trasbordo (però con un pò di coraggio qui si poteva passare...);
qui bisogna navigare in centro fiume: sulla riva destra c'è una presa d'acqua
che potrebbe "risucchiare" la canoa (pericolo)


a valle del ponte tra Magenta e Trecate sulla sponda
lombarda: di qui passano solo i pesci (forse)


a monte di Vigevano


Per noi "bassaioli", come il grande giornalista sportivo Gioan Brera definiva gli abitanti della bassa padana, il Ticino a monte di Vigevano è un pò come per gli antichi naviganti il mare oltre lo stretto di Gibilterra: si naviga verso l'ignoto (che incute sempre un certo timore reverenziale). Da tempo sentivo alcuni amici raccontare di discese in canoa in questo tratto di fiume e sentivo il desiderio di avventurarmi anch'io oltre "le colonne d'Ercole" ma mi tratteneva dal farlo il disagio di dover dormire almeno una notte in sacco a pelo su una riva del Ticino (la distanza dal lago Maggiore a Pavia dove io abito non è percorribile in un solo giorno) e il problema viveri cioè dover trasportare sulla canoa provviste mangereccie per più giorni finchè mi è venuta l'idea che ha risolto il problema: fare una discesa di un solo giorno, quindi con provviste alimentari limitate, facendomi prelevare verso sera al mio arrivo a Vigevano. Con questa trovata ho ridotto la percorrenza a circa 35 kilometri (contro i circa 80 che ci sono dal lago a Pavia) e ho potuto realizzare il mio sogno: navigare sul Ticino sconosciuto (per me) a monte di Vigevano. Dopo essermi documentato sul percorso grazie alle informazioni che mi ha gentilmente fornite il Canoa Club di Novara e ad un'ispezione del percorso fatta recandomi in macchina a visitare le rive in alcuni punti che avrei costeggiato, finalmente, il sabato 30 maggio 2009, Ulisse ha varcato le colonne d'Ercole: ho percorso il tratto Oleggio-Vigevano. E' stata un'esperienza meravigliosa di cui cerco ora di raccontare i punti salienti.
La cosa che più impressiona è il grande silenzio che si gusta, silenzio interrotto frequentemente dal rumore dell'acqua del fiume quando c'è una rapida: non avete fatto caso a come i suoni quando si è sull'acqua si propagano a grande distanza ? Avvicinandosi a una rapida, già molto prima di vederla la si sente: è come il rumore di una cascata, rumore che ti mette sull'avviso del pericolo che presto dovrai affrontare (le canoe di noi "bassaioli" sono le touring, piuttosto fragili e adatte per acque "tranquille": su una rapida la collisione contro un grosso masso può avere effetti estremi quali la rottura dello scafo).
Un'altra impressione che ho riportato fa capire la differenza tra navigare sul Ticino a monte o a valle di Vigevano: a valle di Vigevano sembra di aver a che fare con un sessantenne, pacifico e tranquillo, di cui non devi aver timore. Al contrario, a monte si ha a che fare con un ventenne, grosso robusto e "incazzoso" (le rapide), ventenne che incute un certo timore. Per capire perchè basta considerare le differenze altimetriche: tra Oleggio e Vigevano il dislivello è di circa 75 metri, tra Vigevano e Bereguardo circa 38 metri e, infine, tra Bereguardo e Pavia circa 15 metri.
Le difficoltà della navigazione non mi hanno permesso, come faccio normalmente a valle di Vigevano, di scattare foto dalla canoa: le mani sono sempre impegnate sulla pagaia a correggere la rotta per evitare gli ostacoli (piante trascinate a valle dalla corrente e incagliate su un basso fondale, grossi massi a pelo d'acqua) e il tempo disponibile per la manovra è decisamente inferiore perchè qui la velocità della corrente è "andante con brio". La natura poi: oltre alle numerose specie di uccelli che popolano l'habitat del fiume ho visto anche un daino che imperturbabile mi stava guardando dalla riva in un tratto boscoso.
Un'ultima considerazione: dopo questa esperienza non posso che aumentare grandemente la mia ammirazione per quelli che il percorso lo hanno fatto in risalita con il "barcè" (tipica imbarcazione che i pavesi usano per navigare sul Ticino); due nomi, per i fiumaroli pavesi considerati come modelli da seguire: Marino Valle e il Bovina. La fatica e la forza fisica necessarie per spingere questa imbarcazione sono molto superiori a quelle necessarie per spingere una canoa: per avere un'idea parliamo di 100 kg (barcè) contro 10 kg della canoa. Come dicono i francesi: chapeau!!
Una nota, per meglio comprendere le foto: al ponte tra Magenta e Trecate il Ticino si divide in due canali lasciando in mezzo un'isola. Si formano così due bracci, uno verso la sponda lombarda l'altro verso la sponda piemontese. Tentare il passaggio in canoa nel braccio verso la sponda lombarda, come si può facilmente capire guardando la relativa fotografia sopra, vuol dire rischiare la vita (è segnalato passaggio con pericolo mortale). Nel braccio verso la sponda piemontese, dopo i due ponti, navigare a centro fiume: sulla riva destra una presa di acqua (inizio di un canale derivato dal Ticino) potrebbe "risucchiare" la canoa (pericolo, le paratie sono sommerse= annegamento quasi certo).
Altra nota: un'ottima descrizione dell'intero percorso dall'uscita del Ticino dal lago Maggiore fino alla confluenza nel Po, con piantina topografica e informazioni sui punti di approdo, sui punti pericolosi più altre informazioni, si trova sul sito
http://www.geocities.com/Yosemite/Geyser/7171/ticino.html?200931








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